sabato 5 aprile 2014

Altri mondi: musei e sorprese

Sono un instancabile ed entusiasta visitatore dei musei di qualunque tipo, basta che siano ben strutturati e organizzati. Anche quelli più piccoli, seppur monotematici o strettamente legati al territorio possono riservare interessanti e piacevoli sorprese. Certo si deve avere un minimo di curiosità, voglia di apprendere e predisposizione ad addentrarsi in campi fino a quel momento inesplorati o totalmente sconosciuti. 
Tutte attitudini che gioverebbero a chiunque.
Ho visitato musei aerospaziali, archeologici, etnologici, navali, antropologici, militari, di scienze naturali, di tecnologia, del mare, di arte moderna e arte antica; sono entrato in sottomarini, mulini ad acqua e a vento, miniere, grotte naturali, catacombe, e non c’è stata volta che non abbia arricchito il mio bagaglio culturale, la mia esperienza e soprattutto la mia capacità di giudizio, nel senso di valutazione ed, in linea di massima, apprezzamento.
Se è normale rimanere incantati nel vedere per la prima volta un bel quadro o un’area archeologica o semplicemente il mare o la neve, vedere cose simili con maggior frequenza non ne diminuisce il valore facendole sembrare tutte uguali, al contrario contribuisce in modo sostanziale a valutazioni più attente e a convincersi sempre di più che la perfezione non esiste. Anche le cose più belle, pur apparendo affascinanti, saranno paragonate ad altre che per certi aspetti le eguagliano o in qualche particolare le superano.
Ciò può essere senz’altro condizionato dalla nostra memoria in quanto gli infaticabili visitatori di musei che, parafrasando un aforisma relativo ai viaggiatori, “hanno visto più di quanto ricordino, e ricordano più di quanto hanno visto”. E’ comunque indiscutibile che la quantità migliora la loro capacità di giudizio.
Lo spunto per questa breve discettazione me l’ha fornito il ritrovamento (finalmente) della cartella con le foto scattate al Louvre nel 2012, ed in particolare quelle di questa statua originalissima, se non altro per essere fra le poche sopravvissuta quasi intatta per circa 4300 anni (che non dimostra assolutamente).
 
La statua di Ebih-Il, nu-banda (alabastro, lapislazzuli, conchiglie e bitume) è infatti datata 2330-2250 a.C. e proviene da Tempio di Ishtar di Mari (città sumera). Pensate che sono dovuti passare quasi 4000 anni prima che varie “culture occidentali” raggiungessero livelli espressivi vagamente simili … . 
Fra le tante opere affascinanti ed straordinarie viste al Louvre, questa è quella che più mi colpì e sorprese (la dovreste vedere dal vero). 
Qui http://www.giovistravels.com/12parigi/12paris14louvre.htm trovate una serie di foto delle opere più originali o particolari che sono riuscito a fotografare nonostante la luce scarsa, i riflessi e i tanti altri visitatori. Altre ancora saranno pubblicate a breve.
Per inciso, passai l’intera giornata al Louvre senza visitare gli ultimi due piani (ci feci solo un velocissimo giro dopo che gli altoparlanti cominciarono ad invitare ad uscire). Non ho assolutamente rimpianto di non essere andato a vedere Lisa e aver dato solo un fugace sguardo alla Nike.
Se avrete occasione di andarci, vi consiglio di girare fra le sale, visitare le collezioni meno famose e soprattutto di non sottovalutate ciò che non conoscete. 
Se quelle opere sono esposte al Louvre, ci sarà pure un buon motivo!

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