mercoledì 24 dicembre 2014

Volete saperne di più sul disgelo Cuba - U.S.A.?

Vi segnalo questo interessante e lungo articolo (da leggere e interpretare con il solito dovuto senso critico) apparso ieri sul New York TimesChi si è limitato a leggere la mera notizia di pochi giorni fa in merito ai concreti passi avanti nel processo di distensione dei rapporti fra Stati Uniti e Cuba, senza approfondire assolutamente l’argomento, potrà avere una visione un poco più ampia di quello che potrebbe accadere a breve e capire da quale punto si partiva visto che già era in atto un processo di rinnovamento e apertura iniziato con l’ingresso in scena di Raul Castro.

Si è sempre parlato tanto di dissidenti e censura, ma forse non tutti sanno che già da vari anni erano numerosi i blog attivi a Cuba (quindi non curati da espatriati, ma da residenti) anche se, ovviamente, riuscivano a raggiungere un ridotto numero di lettori, ma allo stesso tempo importate, considerata la lentezza della rete cubana e i pochissimi computer disponibili. Vari blogger non avevano neanche un proprio computer, ma operavano dagli Internet Cafè nati per i turisti. Questi blog (i principali sono citati e linkati nell’articolo) sono spesso molto più letti all’estero che non in patria dove sono comunque ben conosciuti.
La censura senz’altro ancora esiste, ma pare che il dissenso sia più che tollerato, anzi le critiche al sistema sono addirittura “benvenute”. Se comprendete lo spagnolo, vi invito a leggere questo editoriale apparso su Granma (il più importante giornale di Cuba, filogovernativo) il 12 dicembre scorso, dal significativo titolo “Cuba è decisa a collegarsi con il mondo”. Appare chiaro che, almeno come facciata, il governo cubano è ben deciso a migliorare l’accessibilità alla rete con tutte le logiche conseguenze (da notare che l’articolo è precedente all’annuncio di Obama).

Qualche blogger guarda anche un po’ più in là e quindi cominciano a sorgere le prime, giuste, preoccupazioni relativamente al probabile moltiplicarsi di arrivi di stranieri sull’isola. Leggete, per esempio, questo post apparso ieri sul blog jovencuba.com (blog gestito da studenti) dal significativo titolo A la espera de otra invasion gringa (In attesa di un’altra invasione gringa). Ci si chiede, anche con un po' di preoccupazione, come si potrà passare in poco tempo dagli attuali 400-500mila visitatori annui ai previsti 3-5 milioni. Come si soddisferanno, per esempio, le esigenze di trasporti e alloggi? E i servizi sanitari, fognature, ecc. considerato che probabilmente molti dei turisti si concentreranno in poche limitate aree?
Per approfondire anche altri argomenti e conoscere diversi punti di vista suggerisco non solo di dare uno sguardo a quest’altro noto blog www.chiringadecuba.com, anch’esso segnalato e citato nell’articolo del NYT, ma anche di leggere i commenti. 
Peccato che, come al spesso accade, questi argomenti di politica internazionale possano essere approfonditi solo quelli che hanno dimestichezza con le lingue. Chi parla solo italiano si deve accontentare delle poche, scarne e approssimative notizie riportate sui quotidiani nazionali da cercare, ovviamente, dopo gli ultimi pettegolezzi su Ballotelli, Razzi, Buffon, Mick Jagger, Conte ecc.

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