martedì 20 gennaio 2015

Multitasking? Quanto è efficace e vantaggioso?

Sottopongo alla vostra attenzione un articolo che tratta abbastanza dettagliatamente (considerata la limitata lunghezza) di multitasking - che sia esso effettivo o meno – neuroscienza, tecnologia, comunicazione e altro ancora. Anche in questo caso ho trovato il pezzo in Internet ed in inglese … spero che almeno alcuni di voi lo possano leggere in lingua originale. Propone in sostanza una serie di dati (scientifici) e varie considerazioni in ambito sociologico e comportamentale, riprendendo argomenti ampliamente trattati nel libro: The Organized Mind: Thinking Straight inthe Age of Information Overload (Daniel J. Levitin,  professore di psicologia e neuroscienze comportamentali presso l'Università di Montreal, Canada).
Ma a chi non conosce una parola di inglese e a quelli che non hanno voglia o tempo di leggere tutto l’articolo sottopongo comunque alcuni spunti di riflessione:
  • oggi abbiamo accesso ad una quantità di notizie e proposte che ci arrivano in qualunque posto ed in qualunque momento della giornata e la ovvia necessità di effettuare una cernita scegliendo quali leggere, quali salvare e quali evitare implica un certo dispendio (spesso spreco) di energie.
  • Earl Miller, neuroscienziato del MIT, sottolinea che quando si pensa di star facendo più attività contemporaneamente (multitasking), in effetti si sta solo passando molto rapidamente da una all’altra ed ogni cambio ha un “costo”. Ironicamente, anche se si pensa di fare tanto, è dimostrato che il multitasking ci rende meno efficienti. Infatti questi cambi hanno bisogno dello stesso “carburante” necessario per rimanere concentrati e quindi lo sottraggono dal nostro (limitato) serbatoio riducendo le nostre capacità.
  • il multitasking crea una dipendenza dalla dopamina legata alla perdita di attenzione e alla contemporanea costante ricerca di nuovi stimoli esterni
  • a seguito di una specifica ricerca Glenn Wilson, professore di psicologia, ha scoperto che se mentre si cerca di concentrarsi in una qualsiasi attività avere una email non letta può ridurre l’IQ (quoziente di intelligenza) di 10 punti

Ed ecco tre affermazioni relative alla estrema velocità con cui la comunicazione (almeno in nordamerica) si sta evolvendo(?):
  • la maggior parte degli under 30 pensano che comunicare via email sia obsoleto e lo facciano solo i “vecchi
  • molti under 20 vedono ora Facebook come un modo di comunicare solo per persone più grandi
  • gli under 20 preferiscono il texting in quanto offre più riservatezza rispetto alla telefonata e l’immediatezza che non si ha con una email
  • il limite massimo di caratteri del texting condiziona negativamente una qualsivoglia possibile seria discussione

E per finire: i messaggi appaiono magicamente sullo schermo del telefonino e sollecitano la vostra immediata attenzione, aggiungete il fatto che una mancata risposta può essere interpretata come un insulto e questa è la ricetta per la dipendenza. A livello cerebrale vi sentite gratificati per aver assolto rapidamente il compito che fino a pochi secondi prima non conoscevate neanche, viene rilasciata dopamina e il sistema urge: “Ancora! Ancora!”.
Nell’articolo c’è anche tanto altro, ma anche senza leggerlo penso di aver già fornito, a chi ha ancora l’abitudine di ragionare e di avere scambi di opinioni, una buona quantità di spunti di riflessione e di argomenti di discussione. 
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Aggiunto il 22 gennaio:  articolo apparso sul Corriere della Sera (quindi in italiano) che ricalca abbastanza fedelmente quello in inglese già proposto.

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