mercoledì 16 dicembre 2015

I miei sentieri preferiti (6) e nuova cartina

fra la Croce di Capodacqua e la sella di Arola
passando per Monte Comune, ovviamente ...

Procedendo verso l'estremità della Penisola, della quale tratterò nel prossimo post, c'è un altro percorso quasi completamente in crinale, che può essere percorso in entrambe i versi con medesima (grande) soddisfazione.

Il tratto del quale vado a scrivere, che si è meritato uno posto fra i magnifici 7, è quello fra la Croce di Capodacqua e la sella di Arola, a monte della Selva dei Morti. In mezzo, come molti di voi ben sanno, c'è Monte Comune che, con i suoi 881,7 metri s.l.m., è la maggiore altura a ovest del Faito. Quello che forse pochi sanno è che i suoi pendii meridionali sono i più ripidi dei Lattari infatti dal ciglio del pianoro a pascolo (870m) in pianta il mare si trova a un solo chilometro.

Come dicevo, non ci sono alture neanche lontanamente simili a ponente e quindi la vista in quella direzione può spaziare liberamente sulla serie di vette gradualmente minori: Vico Alvano (641m), Tore (526m) e San Costanzo (più esattamente Santa Croce, 495m) per poi risalire ai 587m del Solaro, ma questo si trova sull'isola di Capri.
La suddetta estrema pendenza a sud fa sì che a ponente di Capodacqua non ci siano traverse percorribili in sicurezza da quel versante (e addirittura non ci siano nemmeno sentieri in costa, se non qualche traccia poco sicura) e, visto che l'antica mulattiera fra il cancello di Arola e Tordigliano è da anni impraticabile, per tornare sulla statale amalfitana si deve arrivare fino a Colli San Pietro, dopo aver valicato monte Vico Alvano.
A nord, al contrario c'è modo di collegarsi con via Bosco (che unisce le frazioni alte di Vico Equense) ad Anaro (Moiano), Ticciano, Preazzano, Arola. Pertanto chi non ha intenzione di percorrerlo in ambo le direzioni (soluzione da non scartare, assolutamente non peregrina) potrà chiudere sul circuito utilizzando i mezzi pubblici della linea Sorrento - Amalfi (SITA) o quelli della circolare di Vico Equense (EAV).
Per uniformità con la successione dei percorsi precedentemente descritti, procederò verso i Colli. L'inizio è una breve salita che escluderei dal tratto, ma purtroppo è necessaria. Sembra facile e poco ripida, ma la battuta è in pendenza e per assurdo, preferisco la salita della Conocchia, ben più ripida. Per fortuna è breve e subito si passa su un sentiero estremamente piacevole egualmente pendente, forse di più, che ben presto si avvicina al margine della falesia e si affaccia sulla costa da Positano a Capo Sottile (Praiano). Di tanto in tanto voltatevi per apprezzare l’ampio valico di Santa Maria del Castello, dominato dalla Conocchia e Sant’Angelo a Tre Pizzi.
   
A metà ascesa non dimenticate di effettuare una brevissima deviazione panoramica sul piccolo promontorio che non potete non vedere. In prossimità della fine della salita si attraversa un boschetto di querce e, subito dopo aver superato una prima recinzione, si inizia a camminare in una distesa pressoché pianeggiante, inusitata per la penisola, fra erba e fiori. Si procede all’esterno di una seconda recinzione prima per un paio di centinaia di metri verso sud e poi altri 200m verso ovest prima di scavalcare un’ennesima recinzione.
   
Prima di iniziare la discesa una sosta è d’obbligo per ammirare il panorama, in particolare verso Capri, anche se sarebbe inutile suggerirlo in quanto non se ne può fare a meno. Fino al cancello di Arola il panorama sarà quasi uguale ma questo è il migliore per essere il più alto.
Se nel corso della prima parte della discesa perdeste i segnavia, non vi preoccupate più di tanto ... dirigetevi verso l'unico rudere che vedete. Segue un breve tratto quasi in piano, non sempre evidente a causa della vegetazione invasiva, se avete dubbi mantenetevi vicini al margine dei campi, spesso coltivati. Iniziata la discesa su un sentiero ben evidente ricordatevi di lasciarlo dopo pochi metri spostandovi ancora una volta verso sinistra (cercate i segnavia bianco-rossi).
   
Il resto della discesa è facile da individuare ed essendo stato segnato più volte in epoche diverse non vi meravigliate se troverete segni discordanti e un mare di tracce. Avvicinandovi alla sella di Arola avrete modo di notare che ci sono due passi divisi da una piccola altura (584m). Fra essi ci sono vari sentieri, il più panoramico è ovviamente quello di crinale (marcato in rosso). Comunque arriviate alla seconda, vi consiglio di portarvi sullo sperone di roccia viva (541m) e sul piccolo promontorio successivo (544m) che si protendono verso il mare, punti di vista unici. (le due foto qui sopra)
Lungo tutto il percorso la macchia è estremamente varia, in qualunque stagione ci sono fiori e in primavera si possono osservare anche orchidee numerose sia per varietà che quantità.
   
In questo tratto dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI300) solo una minima parte del cammino è costituito da sentieri pubblici e storici. Aggiungendo la carenza di rocce, alberi e muri sui quali marcare i segnavia si capisce perché talvolta è difficile individuare la tracce. Non da ultimo, a causa della poca evidenza di un percorso certo e della possibilità di andare quasi dovunque, nel corso degli anni gli escursionisti sono passati qua e là lasciando un’infinità di tracce. La vegetazione spesso ha coperto i vecchi segni bianco/rossi e chi li andava a ripassare, non trovandoli, li posizionava differentemente e quindi, come già detto, se ne trovano parecchi discordanti.
Per facilitare l’orientamento dei non conoscitori dell’area descrivo il percorso per punti salienti, rendendo quasi non necessari i segnavia (ma di tanto in tanto è comunque meglio prestarvi attenzione):
  • dalla croce di Capodacqua sentiero e, appena termina la staccionata a destra, iniziare a salire (segnavia evidenti)
  • lungo la salita mantenevi a sinistra, al margine dei pendii più ripidi
  • dopo aver scavalcato la prima recinzione (con comoda scala in legno) mantenetevi all’esterno della successiva fino all’inizio della discesa (a metà strada angolo retto verso destra)
  • usciti dalla recinzione dirigetevi verso il rudere (unico a vista) al margine di un boschetto
  • dal rudere, proseguire quasi in piano fra gli alberi, poi mantenersi a sinistra
  • all’inizio della nuova discesa, attenti a non farvi ingannare dal sentiero che gira verso la valletta a destra; lasciatelo subito e proseguite mantenendovi sul crinale, fino a trovare qualche segno in prossimità dell’inizio di un pendio più  ripido
  • arrivati nella prossima sezione pianeggiante, su una cresta rocciosa, poggiare a sx passando fra le due piccole alture di pari quota (647m)
  • di lì in poi è impossibile sbagliare essendo il sentiero ben evidente ed in buona parte limitato da staccionata in legno.
Ho unito le cartine già pubblicate su www.giovis.com del percorso Santa Maria del Castello - Colli San Pietro (sezione dell’Alta Via dei Monti Lattari - CAI300) in una sola che, ovviamente, è un po' più difficile da gestire. In compenso, l’ho ampliata a nord e a sud in modo che anche chi non conosca l’area si possa rendere conto di come si possa tornare su una strada. A chi la vorrà stampare consiglio di dividerla almeno in due A4 orizzontali (per il solo sentiero) o verticali (per la mappa completa), mentre sarà molto più comoda per chi la vorrà caricare su tablet, smartphone o simili dove potrà ingrandirla e farla scorrere a proprio piacimento. 

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