domenica 24 luglio 2016

Cerriglio, una volta sorgente pietrificante, si può recuperare?

Questa nota fontana pubblica alimentata da sorgente perenne, utilizzata per secoli dai massesi (abitanti di Massa Lubrense, NA), in particolare dai residenti nel circondario (Rachione e Mortora), omonima della famosa - e malfamata - taverna napoletana frequentata dal Caravaggio, è destinata a rimanere in queste condizioni?
Non vi tedierò elencando tutte le ipotesi etimologiche avanzate anche da illustri letterati (fra i quali Basile, Celano, Croce, Doria) in quanto certamente, e logicamente, tutte tranne una - forse - sono errate e del resto le potrete trovare in rete. Piuttosto, e con maggior senso pratico, mi accingo a parlare della sorgente e lanciare una proposta.
Da vari anni ormai, probabilmente a seguito di chissà quali maldestri lavori a monte che hanno interrotto il flusso dell’acqua, nel caratteristico ninfeo nei pressi del centro di Massa Lubrense non scorre più una goccia d’acqua. 
Ai lati della protrundente massa calcarea resistono, seppur in cattive condizioni, due maschere in marmo dalla cui bocca una volta sgorgava fresca acqua.
   
La ovvia conseguenza è stata la sparizione dei muschi che coprivano il travertino (o tufo calcareo, che continuava a crescere lentamente, ma senza sosta) fra i quali c’era anche tanto delicato capelvenere (Adiantum capillus-veneris, una felce).
Rendendomi perfettamente conto che risalire alle cause della “sparizione” dell’acqua potrebbe essere difficile se non impossibile e che probabilmente richiederebbe tempi lunghi e spese forse ingenti (a meno che qualcuno “sappia” ... e parli) suggeriscono un’idea-palliativo: 
perché non riempire il bacino di raccolta e con una pompa sommersa mandare l’acqua in alto in circolo in modo che possa poi scorrere di nuovo nella vasca in tanti rigagnoli attraverso i muschi che in pochi anni cresceranno di nuovo? Riusciremo a vedere di nuovo così il Cerriglio?

I costi sarebbero identici a quelli di una qualunque altra fontana, un paio di metri cubi di acqua (da cambiare ogni tanto) ed un minimo di energia elettrica per far funzionare una pompa ad immersione di poche decine di euro.
Mi aspetto, e spero (non nel senso di uno sconfortante “aspetto e spero”), che qualche tecnico valuti la fattibilità di questo piccolissimo intervento che, al di là del valore intrinseco di memoria storica, sarebbe un abbellimento di un luogo che oggi non trasmette più le emozioni di una volta.
Certamente se si riuscisse a restaurare, o almeno rendere più presentabile anche il contorno, sarebbe una cosa fantastica, ma per adesso speriamo che al minimo torni a correre l'acqua.

Non ci andremo a bere, ma almeno potremo “farci gli occhi” e godere di nuovo del suono del continuo gorgoglio e stillicidio della fontana del Cerriglio.  

Nessun commento:

Posta un commento