giovedì 5 gennaio 2017

Los Reyes Magos sono quelli che contano in Spagna!

Sono gli stessi tre personaggi che, guidati dalla cometa, andarono fino a Betlemme a portare in dono al neonato Gesù oro, incenso e mirra quelli che ogni anno sono ansiosamente attesi dai bambini spagnoli. Infatti, nell’evento citato nel Vangelo di Matteo, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre furono quelli che effettivamente offrirono regali e non certo un Papà (o Babbo) Natale, Papà Noel o Santa Claus (o Klaus) e nemmeno una vecchia Befana a cavallo di una scopa. 
Bisogna dare atto che solo nella cultura ispanica questo atto è rimasto legato all’Epifania e non anticipato a Natale o addirittura a San Nicola (6 dicembre), ma del resto il “Klaus” di “Santa Klaus” altro non è che il diminutivo di Niklaus = Nicola.
Così come nella penisola iberica, dove la tradizione è ben radicata, la prassi dei doni ai bambini si ritrova anche in molti paesi dell’America Latina. Badate, ho scritto solo ai bambini, il consumismo è giunto solo di recente e ben si sa che ogni anno si “inventano” occasioni per spingerci a comprare cose spesso inutili: feste dei nonni, mamma, nipoti, papà, San Valentino, ...
In molte cittadine, la sera del 5 gennaio, si organizza anche la Cabalgata de Reyes che è una sfilata quasi carnevalesca in quanto i Magi si presentano con un nutrito seguito di persone in costume, carri e musici. Il contorno non è sempre relazionato all’avvenimento, ma comunque ha soggetti infantili.
In quanto alla “prassi per ricevere regali”, questa è abbastanza simile a quella nel resto dell’occidente, vale a dire che i bambini dovranno scrivere una lettera indicando i doni desiderati e dichiarando di essersi comportati bene e quindi di meritarli. Non essendoci l’albero di Natale, una differenza sorge in quanto al luogo dove verranno ritrovati. Ognuno ha il suo posto e non ci potranno essere equivoci, né sono necessari i nomi dei destinatari poiché ogni bambino dovrà mettere un suo paio di scarpe in un punto a sua scelta (vicino alla porta o ad una finestra o sotto un tavolo ...) e lì li troverà la mattina del 6 gennaio.
Per un verso ciò richiama alla mente “la calza della Befana” e similmente a questa nostra tradizione, i più cattivelli saranno “omaggiati” di pezzi di carbone (dolce). Alcuni, vicino alle scarpe, lasciano dolci o bevande per i Magi e anche erba o altro per le loro cavalcature.

Grazie alla tecnologia e all’esistenza dei centri commerciali - che nei primi giorni dell’anno sono stracolmi di genitori, zii e nonni alla ricerca dei regali giusti - si sta diffondendo la consuetudine di allestire un angolo con tre troni, ovviamente occupati da Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Questi si lasciano fotografare con i bambini che approfitteranno dell’occasione per consegnare direttamente nelle loro mani la lettera. In molti casi c’è un paggio incaricato di controllare la fila (sempre abbastanza lunga) e di accompagnare i piccoli ai troni.
Ovviamente anche i Magi si adattano ai tempi e solo pochi continuano ad arrivare a cavallo (vero), cammello (raramente vero) e elefante (raro e, nel caso, di cartapesta), mentre alcuni arrivano addirittura in elicottero per poi proseguire a piedi o su mezzi meccanici.

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