sabato 24 giugno 2017

Cinema dagli albori ai '90 vs quello degli ultimi decenni

Sono esperti vecchi, antiquati e ancorati al passato coloro che votano e partecipano ai vari sondaggi o effettivamente non c’è paragone fra il Cinema di decenni fa e quello attuale?
Voi che ne pensate?
  
Ieri sera ho inaugurato il sesto anno di attività del GioVis Movie Theatre (“GMT” la mia saletta 8 posti casalinga) con la proiezione di “Viaggio a Tokio” (int. “Tokyo Story”, or. “Tôkyô monogatari”), quasi unanimemente giudicato il miglior lavoro di Yasujirô Ozu e sempre incluso fra i primi di tutti i tempi e di tutto il mondo nelle tante classifiche periodicamente stilate da registi, storici e critici. 
Per celebrare degnamente il quinquennale mi ero infatti regalato i 6 film del grande maestro giapponese restaurati in qualità 4k pochi anni fa e attualmente in commercio in due cofanetti separati. 
Con “Tarda primavera” (1949) avevo concluso il quinto anno della mia ripresa attività di cinefilo-filmofago-movieholic-cinemaniaco a quota 1607 film visti nel lustro, a casa e in giro per il mondo, pari a una media complessiva di poco superiore ai 321/anno, tendenzialmente in aumento.
Sulla base di questa esperienza che ha compreso tanti film che in Italia non sono neanche giunti o hanno avuto distribuzione limitatissima (penso ai numerosi film indiani, iraniani, di altri paesi asiatici e ai tantissimi dell’America Latina, soprattutto Messico) la quale si va ad aggiungere ai miei trascorsi di una quarantina di anni fa (per un periodo fra i ’70 e gli ’80 guardavo circa 300 film/anno, nel 75-76 gestii una sala quasi d'essai) continuo a credere, e sempre più fermamente, che il “vero Cinema” stia progressivamente scomparendo e ciò è ampiamente dimostrato da quanto la maggior parte dei cinefili e critici (anche quelli meno noti) continuino a guardare e ri-guardare film perfino di un secolo fa, elogiandoli, discutendone e studiandoli minuziosamente piuttosto che approfondire l’analisi di film degli ultimi decenni che vengono visti, valutati e spesso finiscono ben presto nel dimenticatoio non essendo, evidentemente, abbastanza stimolanti.
      
Oltretutto, fatte salve poche decine di questi ultimi, mi sembra che gli altri giudicati più o meno positivamente siano ricordati più per l’uso di innovazioni tecnologiche come CGI e 3D o la spettacolarità del digitale che per reali qualità relative alla "Settima Arte".
Chiedo a chi mi legge, ma senza bisogno di una effettiva replica, quanti registi della fine del secolo scorso e di questi primi anni del XXI secolo pensano possano superare in fama i tanti "immortali" di vari decenni fa? 
Quanti spettatori si ricorderanno di loro fra 40-50 anni, ammesso che esista ancora il Cinema nel senso classico del termine?
Portando un esempio, relativamente da poco ho scritto di Erich von Stroheim, Karl Theodor Dreyer, Satyajit Ray, registi per i quali contavano inquadrature, tempi, luci e posizioni degli attori e non effetti speciali e/o storie incredibili.
Leggendo vari blog e rubriche mi sembra di capire che le nuove generazioni siano molto più interessate al genere fantastico e horror, e per il resto si preferiscano adattamenti di romanzi, fumetti, storie vere e biopic alle vecchie ma intramontabili sceneggiature originali, scritte appositamente per il Cinema, ... merce ormai rara.
Sarò vecchio e "obsoleto" ma, in via generale, continuo a preferire un qualunque buon film di 30 o oltre anni fa a quelli moderni tanto decantati oggi che tuttavia, molto probabilmente, fra una decina di anni ben pochi ricorderanno.

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