giovedì 3 maggio 2018

Visita breve di un monumento quasi unico: Yerebatan Sarnıcı

Dopo quasi 40 anni giustamente mi aspettavo che molte cose fossero cambiate ma, in questo caso, ho avuto delle sorprese di segno opposto. Quando vidi la cisterna nel 1981 (all'epoca poco conosciuta), la visita la feci in barca! ... e, in quanto alla luce, ci si affidava alle sole torce!
Questa che ora in ambito turistico viene comunemente chiamata Basilica Cisterna fu fatta scavare per volere dell’Imperatore Giustiniano (527-565 d.C.); è lunga 143 metri e larga 65, conta ben 336 colonne alte circa 9 metri, disposte in 12 file di 28 elementi, unite da 366 archi. Inizialmente fu utilizzata per rifornire d'acqua la città, successivamente fu abbandonata e dimenticata per poi essere riscoperta nel XVIII secolo. Fu misurata con una certa esattezza solo nel corso della I Guerra Mondiale, grazie ad un archeologo tedesco che si servì di un battellino di salvataggio di un sottomarino. Successivamente vi fu trasportata una barchetta e da allora fu possibile a tutti visitare la cisterna pagando un “biglietto” al proprietario della casa dalla quale iniziavano le scale. 
   
Le cose oggi son ben diverse, è diventata una delle principali attrazioni di Istanbul, c'è sempre una lunga fila alla biglietteria e di conseguenza folla all'interno, ma la barca non c'è più e i turisti percorrono i 140 metri di lunghezza del colonnato camminando su un'ampia, comoda e solida passerella.
Ho appreso che nella seconda metà degli anni '80 furono effettuati grandi lavori di pulizia e ristrutturazione, fu dragata l'intera superficie e si scoprì un pavimento di mattoni; nei 4.000 metri cubi di fango estratti fu trovato un po' di tutto, anche qualche scheletro ....
Ma il fatto estremamente più rilevante fu la completa venuta alla luce delle due ora famose grandi teste di Medusa, una completamente rovesciata e l'altra inclinata su un lato, a 90°, con la guancia destra sul pavimento. 
   
Queste vere e proprie opere d’arte certamente furono scolpite per qualche importante monumento (alcuni suggeriscono un arco di trionfo) ma, così come le colonne, giunsero in loco come materiale di riciclo e furono adoperate come sostegno di un paio di colonne in fondo alla cisterna, all’estremità più lontana dall’attuale ingresso. 
Purtroppo, non ho potuto apprezzare al meglio la suggestiva moderna illuminazione in quanto a causa dei lavori in corso la vasca è attualmente vuota e c’è solo una parte in cui è stata lasciata abbastanza acqua per le carpe. 
A quanto ho visto da alcune fotografie, in condizioni normali la superficie diventa un vero e proprio specchio con conseguenti riflessi delle colonne.
La maggior di queste sono semplici, lisce e cilindriche, qualcuna è un po’ lavorata, ma ce n’è una che spicca fra tutte, la cosiddetta colonna che piange. Su essa sono stati scolpiti degli “occhi” e la pietra è di quel tipo che dà l’impressione di essere sempre umida. Si dice che fu realizzata per rappresentare il dolore dei 7.000 schiavi che scavarono la cisterna nella roccia viva.
Pur essendo molto più grande e "artistica", ricorda un po’ la Piscina Mirabilis di Bacoli, enorme cisterna di epoca romana, fatta costruire da per approvvigionare la flotta imperiale che faceva base appunto fra Bauli, Puteoli, Miseno e Cuma.
Da cinefilo non posso fare a meno di proporvi questa scena tratta da 007, Dalla Russia con amore (1963, con Sean Connery nei panni di James Bond).

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